Scegliere la soluzione più efficiente e conveniente per riscaldare la casa apre spesso la porta a una serie di domande riguardo la tipologia di impianto più adatta alla specifica situazione. È impossibile dire quale sistema sia in assoluto il top energy, in quanto sono troppi i fattori specifici da prendere in considerazione. Chiaramente ogni condizionatore sarà caratterizzato da un costo di installazione, un costo di uso e manutenzione e un’efficienza propri, ma a seconda, delle esigenze e delle caratteristiche degli spazi da riscaldare si opterà per una o l’altra soluzione.
La tecnologia da possedere
Per essere idonei al riscaldamento invernale i climatizzatori devono essere del tipo a pompa di calore. La maggior parte dei modelli in commercio hanno questa caratteristica, ma non tutti sono in grado di fare riscaldamento invernale quando la temperatura scende sotto i 10° C.
Molti condizionatori a pompa di calore producono aria calda con una differenza di 9-7 gradi °C rispetto a quella esterna. Per cui se in autunno o inverno la temperatura esterna scende a 10° C, internamente si possono avere al massimo 19 °C, con il diminuire della temperatura a 5 °C la massima prodotta dal condizionatore potrà raggiungere al più i 12 °C.
Solo i climatizzatori più performanti possono garantire temperature interne tra i 20-25 °C anche quando esternamente la temperatura è molto rigida e scende fino a -10.
Inoltre, facciamo presente che la doppia classe AA fornisce un indicazione circa il consumo elettrico, ma non dice nulla di concreto rispetto alla capacità di fare caldo. Allo stesso modo, molti climatizzatori riportano limiti di funzionamento anche fino a -15 °C, ma questo dato indica solo che la macchina funzionerà fino a quella temperatura, ma non ci dice se può emettere aria ad una temperatura adatta al riscaldamento.
Conviene un modello ON/OFF o Inverter?
Per fare riscaldamento è sempre conveniente utilizzare climatizzatori di tipo Inverter, per i seguenti motivi.
- Quelli on/off hanno dei limiti di funzionamento che in genere non scendono sotto i 0 °C.
- I motori on/off hanno un’efficienza energetica più bassa anche del 30% ed in ultimo
- non hanno nessun tipo di modulazione.
A causa di questi tre fattori per utilizzare una macchina on/off sarà necessario sovradimensionare di molto ricorrendo a un 18000 o un 24000 BTU per ottenere il caldo che si può avere con un buon 12000 BTU Inverter.
Di conseguenza non ci sarà più vantaggio economico, perché il consumo elettrico sarà quasi il triplo di quello di una macchina Top Energy ottimizzata per il riscaldamento.
Come scegliere la potenza
Il dimensionamento del sistema di climatizzazione invernale deve essere fatto considerano una potenza riscaldante di 45 W/mc per ottenere una temperatura interna di 20°C in condizioni standard.
Attenzione, questo valore è solo una prima stima, che può essere incrementata o confermata considerando una serie di fattori quali: tipologia dell’immobile ), anno di costruzione , esposizione delle pareti esterne , numero e tipo di finestre , altri fattori che difficilmente sono valutati come significatici da un non esperto.
Quando l’approssimazione supera il 20% allora è assolutamente controproducente utilizzare una macchina più piccola e conviene installare quella di taglia appena superiore ai BTU effettivamente richiesti.
- Questa modalità di scelta risiede nella tecnologia utilizzata per le famiglie di compressori di tipo Inverter Scalare, cioè tutte le taglie dalla 8000 alla 19000 BTU hanno sia l’assorbimento minimo sia la potenza minima erogabile identiche.
Come risparmiare sulla spesa della bolletta
Per avere un buon riscaldamento invernale con una spesa in bolletta al minimo è necessario utilizzare una macchina del tipo Top Energy, cioè oltre la classe A.
- Per realizzare un basso consumo elettrico non è sufficiente che il climatizzatore sia di classe A con un COP di 3,60, ma è necessario un valore di almeno 4,00 e ancora più importante il COP a carico parziale deve essere almeno di 7,50.
- Il secondo fattore da considerare è la portata minima, che corrisponde ai metri cubi di aria che possono essere riscaldati ogni minuto quando la ventola dello split gira alla minima velocità ossia con il minimo assorbimento di corrente, il valore considerato ottimale è almeno di 6,5 mc/min.
- Il terzo fattore è l’assorbimento minimo di corrente che si misura in Watt, più basso è questo valore e minore sarà il consumo a carico parziale e con la minima velocità del ventilatore, il valore minimo richiesto è di circa 150 W (0,150 kW).
Utilizzando questi tre fattori nell’esempio precedente per fornire 2430 W con un COP di 4,00 il climatizzatore assorbirà circa 607 W (0,607 kW). Questo assorbimento sarà mantenuto per il tempo necessario a riscaldare tutta l’aria presente nella stanza, considerando una portata di 6,5 mc/min e 54 mc da trattare il tempo richiesto sarà di circa 8 minuti.
In seguito il condizionatore deve solo mantenere la temperatura impostata per cui può lavorare a carico parziale, circa il 30% della potenza massima. In queste condizioni il COP sale a 7,5 è l’assorbimento elettrico scende a 324 W (0,324 kW).
Inoltre, se nell’ambiente ci sono altre fonti di calore, come il sole che entra dalla finestra, un computer acceso o 2 persone in attività, il climatizzatore tenderà a diminuire ulteriormente l’assorbimento avvicinandosi il più possibile al suo minimo con assorbimenti compresi tra 150 e 200 W.
Facendo un esempio pratico per riscaldare dalle 8:00 alle 13:00 un ufficio di 20 mq con un computer acceso, un climatizzatore Top Energy assorbirà circa 1500 W che tradotti in consumo elettrico corrispondono a 1,5 kWh equivalenti ad una spesa in bolletta di 0,33 € comprensivi di tasse e spese varie.