Al giorno di oggi quando si parla di condizionatori non si cita semplicemente un corposo elenco di prodotti, ognuno dei quali è in grado di garantire grandi prestazioni di produzione e di efficienza energetica al minor costo possibile nel produrre aria fredda o calda.
Oggi, infatti, quando si ha a che fare con i condizionatori si tratta anche di prodotti in grado di rispettare l’ambiente.
Nel contesto attuale, la protezione dell’ambiente è sempre cruciale, anche quando si ha a che fare con discorsi di climatizzazione. L’Unione Europea da tempo infatti ha imposto importanti limiti circa i tipi e le quantità di gas
da utilizzare nei condizionatori, producendo la ricerca di refrigeranti certi ed ecologici con emissioni di CO2 ridotte e prestazioni elevate. Ma come fare a orientarsi?
Che tipo di gas si usa per i condizionatori? Quali sono quelli corretti? Facciamo un pò di chiarezza
Come funziona un condizionatore e quali gas vanno usati
Come sappiamo i condizionatori hanno la funzione produrre, tramite i collegamenti dall’unità interna all’unità esterna, la temperatura (calda o fredda) che più si predilige. Di norma il suo funzionamento è paritario a quello di un comune e classico frigorifero domestico: in poche parole funziona attraverso le più ortodosse leggi della termodinamica e le proprietà del gas refrigerante per produrre il trasferimento di calore.
Il suo elemento principale è il compressore, che si trova come noto nella unità esterna: di contro, il fluido refrigerante ha la funzione di trasferire in modo corretto il calore, per questo è cruciale nel funzionamento dell’intero impianto.
Gas per condizionatori: quali sono e come funzionano
Quando si parla di gas refrigeranti si sta trattando di fluidi naturali, di partenza: partendo appunto da alcuni quali ammoniaca e anidride solforosa. Negli anni trenta ci si rese conto di quanto pericolosi fossero questi fluidi e pertanto i creatori dei sistemi di climatizzazione immisero sul mercato una nuova tipologia di refrigeranti, che garantisse una sicurezza d’uso più sostanziale.
Nacquero i CFC (Cloro Fluoro Carburi) e in seguito HCFC (Idro Cloro Fluoro Carburi), tra cui il famoso R22, con ottime proprietà termodinamiche: elementi non tossici, né infiammabili e caratterizzati da costi ridotti.
Negli anni ottanta in seguito al maggior interesse verso le questioni ambientali, dopo il famoso Protocollo di Montreal, ci si avviò verso la messa al bando di questi refrigeranti: vennero ritenuti i principali responsabili del fenomeno del buco dell’ozono. La maggiore diffusione degli HFC (Idro Fluoro Carburi), come l’R410A, oggi impiegati in ogni caso, anche se in maniera minore, contribuiscono ad ogni modo all’effetto serra.
In seguito si rinunciò a gas R22: nel 2004 ecco il divieto di impiego nelle nuove apparecchiature e nel 2015 lo stop definitivo. Oggi non è più possibile usare R22 neanche per gli interventi di manutenzione.
Oggi l’impatto ambientale dei gas per i condizionatori si calcola attraverso i seguenti parametri:
- ODP (Ozone Depletion Potential): il livello di degrado che il gas può generare sullo strato di ozono
- GWP (Global Warming Potential): il livello di riscaldamento globale prodotto da una possibile fuoriuscita di gas
- TEWI (Total Equivalent Warming Impact): l’impatto generale sul riscaldamento globale, in base tanto alla eventuale perdita di refrigerante (impatto diretto) quanto il consumo energetico nel funzionamento dell’impianto (impatto indiretto)
- Il Regolamento Europeo sugli FGAS Nr. 517/2014 ha sancito come, entro il 2030, il consumo di HFC (Idro Fluoro Carburi) andrà a ridursi del 79% rispetto ai valori del 2010.
Non è finita con le restrizioni relative ai gas fluorurati. Dal 2025 non andranno in nessun caso utilizzati gas refrigeranti con GWP (Potenziale di Riscaldamento Globale) maggiori a 750 nei condizionatori mono split con carica refrigerante inferiore ai 3 kg. Quindi pure l’R410A ora in uso dovrà essere abbandonato.
Gas R32: cos’è il nuovo refrigerante per condizionatori
Tra i refrigeranti considerati più efficaci in tal senso, in futuro, per gli impianti di climatizzazione c’è l’R32, che sembra il successore dell’R410A.
In ambito chimico è ricordato come difluorometano: si tratta di un gas puro, presente nella miscela R410A (composta per il 50% da R32 e per il 50% da R125), con un impatto ambientale davvero minimo. Questo perchè:
- È un gas sicuro ed ecologico. Il suo indice GWP è di 675, contro i 2088 della miscela R410A, e per questo risponde in modo ottimale ai vincoli sanciti dalla normativa
- Ha un potenziale di distruzione dell’ozono (ODP) di fatto pari a zero
- Installare (e la successiva manutenzione) un condizionatore inverter con gas refrigerante R32 è pari a quella di una macchina che utilizza R410A, ma la ricarica del è più semplice ed economica.
In questa particolare ottica, dunque, si evince come il gas refrigerante R32, benchè sia, certo in parte infiammabile, ma si accende solo se presente in elevate concentrazioni. In questo senso il rischio per le installazioni domestiche è praticamente pari a zero, dal momento che la quantità di gas inserita nel climatizzato è minima in relazione alle stanze in cui opera.
Sostanzialmente, dunque, si tratta di un elemento migliore a livello ambientale.