Diveniamo, tutti i giorni, sempre più esperti nel campo della climatizzazione e ci troviamo a fare i conti sul mercato su un numero sempre più vasto e impressionante di prodotti di settore: i condizionatori sono ormai dei nostri compagni di viaggio e abbiamo imparato a amarli e anche a studiarli.
Oggi siamo in grado di distinguere un buon condizionatore in base a tutti i principali parametri di settore, e dunque non soltanto in base al rapporto ovvio tra qualità e prezzo, ma soprattutto in base all’efficenza energetica, al valore dei consumi, ai parametri da tenere in mente circa il dispendio nella versione calda o fredda, ai BTU, e ancora rispetto ai diversi modelli. Abbiamo per esempio:
- condizionatori portatili
- condizionatori fissi
- condizionatori fissi mono split o multi split
- condizionatori ibridi
E poi, ancora, li sappiamo distinguere in base alla funzione Inverter, o in base alla presenza o meno delle eventuali canalizzazioni. Ma che cosa ne sappiamo quanto a gas? Cosa possiamo dire, e in che modo valutare, le prestazioni dei Gas refrigeranti nei condizionatori? Quali sono le normative in vigore e le principali caratteristiche? E ancora di più entrando nello specifico: cosa ne sappiamo del famigerato gas R407?
Proviamo a fare chiarezza in tal senso.
Cosa è il gas R407, e differenza con i gas R22 e quelli R410A
In questo caso c’è davvero bisogno dello specialista o, come in questo caso, di semplici guide per lo meno per orientarci nella valutazione e nella comprensione di fondo del sistema dei gas relativi al condizionatore.
Quando ai gas refrigeranti impiegati nella climatizzazione noi distinguiamo, appunto quelli R22, i gas R407 e i casi di gas R410A. Tutti loro sono sono regolati dalla normativa vigente e vantano alcune peculiari caratteristiche.
Partiamo da un dato. I gas refrigeranti usati nella climatizzazione, in modo particolare nei modelli split, sono l’R22, l’R407C e l’R410A. La sigla R è stata scelta quando è stata necessaria una ‘scelta di campo’.
In poche parole per la dicitura
si è partiti dalla formula chimica del fluido e da quanto indicato dall’associazione americana ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers), per distinguere in termini semplici un refrigerante. Questa classificazione dei refrigeranti è valita a livello mondiale. Ecco le differenze tra l’uno e l’altro gas.
Gas R22: cosa sono e come funzionano
Si tratta di un fluido refrigerante è un gas mono componente (altrimenti detto “puro”), che rientra nella branchia dei cosiddetti HCFC (Idro cloro fluoro carburi), vale a dire cioè i gas che, appunto, sono contraddistinti dalla presenza di cloro, dannosi per l’ozono stratosferico.
In poche parole, dal 1° gennaio 2004 ne è vietato l’uso nelle apparecchiature nuove. Gli impianti esistenti e le macchine presenti nei magazzini possono utilizzare R22, stando al regolamento europeo N° 2037/2000, eche ne prevede l’utilizzo come gas vergine fino al 31/12/2009, mentre come gas riciclato poteva essere utilizzato fino al 31 dicembre 2014. Dal 1° gennaio 2015 tutti gli HCFC sono vietati.
Con il cambiamento di normativa, praticamente dunque
tutti sono stati costretti a passare ai gas HFC (Idro fluoro carburi senza più cloro), in particolare all’R407C,
Gas R407, cosa sono, come funzionano
I gas R407 rappresentano un mix di gas refrigeranti, uniti agli elementi HFC, e si contraddistingue dalla mancanza di cloro. Ovvero si tratta di elementi con ODP (vale a dire potere di distruzione dell’ozono) pari a 0 d quindi ecologici per quanto riguarda l’ozono.
Si passa poi a valutare alcune delle sue principali peculiarità dal punto di vista tecnico. Nel dettaglio:
- non è esplosivo né infiammabile. Questo gas infatti vanta una bassa tossicità (e viene infatti indicato come classe di sicurezza A1, come per esempio l’R22);
- il gas non è corrosivo in condizioni normali.
Quanto alle proprietà fisiche dell’R407 diciamo che, dal punto di vista squisitamente tecnico, siano in condizioni simili a quelle dell’R22. Le pressioni di lavoro sono considerate dagli specialisti maggiori rispetto a quelle dell’R22.
Le caratteristiche dell’R407C, inoltre, puntano a ricordare come sia necessario, a differenza dei gas puri, operazioni diverse in fase di travaso di gas, di carica, di perdite dell’impianto stesso che, inevitabilmente, inducono a pensare come sia sempre necessario rivolgersi a uno specialista.
R407C e travaso, cosa occorre sapere
Quando si parla di travaso, occhio a ciò che si dice e come ci si comporta. Il travaso di tutte le miscele a gas da una bombola all’altra o dalla bombola all’impianto, deve essere sempre realizzato in forma liquida, prelevando il dalla base della bombola, o capovolgendola.
Come sanno i tecnici, è sempre necessario e consigliato stoppare il travaso quando nella bombola resta più o meno al 5% in peso del contenuto di partenza. Si specifica che l’introduzione di gas del genere nei sistemi split, con il solo attacco dal lato di bassa pressione, va fatto allo stato gassoso, e sempre attraverso la precisa competenza di coloro che sono specializzati a livello professionale. Si tratta, come si evince, di procedure complesse.